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22.8.13

I can still pour mistakes that I'm making, and I'll pour one more


Dan è un tipo non molto alto ma grosso, scuro, che tutte le sere prende il turno di notte al Corner per non pagare gli straordinari agli altri. E' suo, il Corner, e se anche quello che ci guadagna basta appena a mantenere se stesso e a pagare gli alimenti alla ex moglie, lui sente che quel posto è l'unica cosa sua rimasta al mondo, e non lo mollerebbe per tutto l'oro del 'Verse, anche se minaccia spesso di venderlo, prima o poi.

Da quando si è trasferito nel quartiere, Paul Carraway è il suo miglior cliente. Questa sera, come ogni sera, prima di chiudere ha versato gli ultimi due whisky e li ha portati al tavolo occupato dal 'versalista. Lui ha sospirato e ha finalmente chiuso l'holodeck, ringraziando l'amico con un cenno del capo quando si è seduto di fronte a lui (si potrebbe dire che sono diventati discreti amici, Cotton e Carraway). 

- Lucky night?
- Excuse me?
- She was cute.
- Was she?
- Non l'hai notato?
- Somiglia a una donna che conoscevo.
- Bionda anche lei?
- Con gli stessi occhi bruni. 
- Bella?
- Molto bella.
- E stronza? Più sono belle più sono stronze, è noto.

E' noto, dice Dan, e Paul sorride esausto. Solleva il whisky a mezz'aria a mo' di brindisi, buttandone poi giù il primo sorso. Non è il primo della serata, ma sarà l'ultimo bevuto nel Corner fino al giorno dopo. Casa sua è a un isolato, che lui fa sempre trascinando i piedi e poggiandosi con una mano sul muro dei palazzi.

- E' vera tutta quella roba?
- Che roba?
- Che ci sarà un'altra guerra.
- Dovresti farti i cazzi tuoi, ogni tanto, amico mio.
- Me lo ricorderò la prossima volta che offri da bere con i miei soldi.
- A fine mese mi arriva qualcosa. Quanto sto scoperto?
- Quattrocento. Insomma, la guerra?

Paul abbassa lo sguardo sul fondo del bicchiere. Dan è ormai abituato ai suoi silenzi, e lo lascia affogare nel whisky finché non organizza i pensieri abbastanza bene da riuscire ad esprimerli.

- Wǒ bù zhīdào. Io credo di sì, e credo che la inizieremo noi.
- Shit man.
- Yeah. Shit, I guess.
- In che reparto stavi tu?
- Non sono mai andato in guerra.
- Seriously? With all the talkin' you make you'd say that--
- Non sono risultato idoneo alla visita medica di arruolamento.
- Ah.

Paul beve, Dan lo guarda stranito. Non che avesse mai visto Carraway bene con la giacca blu addosso, ma aveva immaginato che qualcosa nella vita gli fosse successo, e la guerra è ciò che è accaduto nella vita della maggior parte della gente che beve come beve lui. Non si tratta nemmeno del quanto, ma piuttosto del modo in cui il bicchiere non sembra più un oggetto ma un'appendice della mano.

- Come sta Yanika?

Dan alza gli occhi al soffitto.

- Ma che ne so, sta passando una fase... adesso s'è rasata tutti i capelli ai lati e se li è lasciati lunghi sopra. Sembra matta. 
- A quindici anni sono tutti matti.
- Ma infatti lo dico pure io... però la madre uno pensa che dovrebbe un attimo contenere le cazzate che fa, no? Farla sedere e dirle tesoro, dirle: tesoro, sei una ragazzina tanto carina e tanto originale, ma se ti rasi mezza testa a zero ti caccio di casa a calci in culo. No? Io non gliele posso dire certe cose.
- Wèishéme?
- Well, you know... she's my little girl, finisce che se glielo dico mi odia.
- Quindi meglio farle odiare la madre?
- Hell yes.

Dan ride in quel modo che gli fa muovere tutta la pancia. Paul scuote il capo con rassegnazione e continua a bere, gustando il whisky con calma (non ha voglia di tornare a casa, e non ha di certo sonno. Sa che si fermerà dal 24/7 sulla via del ritorno e comprerà un'altra bottiglia, che stapperà e berrà di fronte al quadro di interactive paint che forma su tela i colori dei suoi incubi più vividi).

- Well, bud. Time to go.
- Ti do una mano a chiudere, magari.
- Magari.

Magari. Gli farà guadagnare venti, trenta minuti. 

Se li farà bastare. Butta giù l'ultimo sorso di whisky e sospira a fondo, aspettando un secondo di lucidità per mettersi in piedi.

15.8.13

leave your ambition at the table



Gennaio 2515, New London

- Puoi rimetterti in piedi, per favore?
- Non è esattamente la risposta in cui speravo.
- Paul, per cortesia: ci osservano tutti.
- Lo so, appunto: non ti senti obbligata a non deluderli?
- Paul.

Paul sospira rassegnato e torna a sedersi al suo posto. Richiude la scatolina di velluto blu e la poggia al centro del tavolo, proprio accanto alla romantica holo-candela che il cameriere ha acceso per loro non appena si sono seduti.

- Avresti seriamente preferito che te lo infilassi nello champagne?
- Cliché per cliché.
- Continuano a fissarci tutti.
- Lo vedo.
- E non vuoi proprio dire di sì?
- Hai sentito quello che ho detto fino ad ora? 
- Che sei in un momento particolare della tua vita, che devi concentrarti sul lavoro, che non vedi dove la relazione possa andare a finire...
- E dopo tutto questo hai pensato fosse il momento giusto per inginocchiarti e chiedermi di sposarti?
- Ormai avevo l'anello.

Tamburella le dita sul tavolo, distratto. Quando finalmente riesce ad intercettare un cameriere con gli occhi liquidi, sorride da dietro il velo di barba e chiede un altro scotch, per cortesia.

- Potresti limitare l'alcol, almeno adesso.
- Pensavo mi stessi lasciando proprio per l'alcol.
- E' così.
- Confermi che non avrebbe senso smettere proprio adesso.

Amy ha occhi bruni e carnagione pallida. Si tinge i capelli di un biondo che sembra naturale, così come sembra naturalmente una venticinquenne, sebbene di anni ne abbia trentatré. Ha uno splendido sari rosso e avorio che è anche il preferito di Paul.

- Cosa vuoi da me, Banlù? Can't blame me for trying.
- Che non riprendessi a bere il giorno dopo essere uscito dalla clinica, innanzi tutto. Ogni volta.
- Non smetto mai: ho scoperto dove gli infermieri tengono i loro vini scadenti.
- Ti sta uccidendo e non ho intenzione di rimanere a guardare.

Lo scotch arriva. Paul sorride amabilmente al cameriere e porta il bicchiere alle labbra sotto lo sguardo severo di lei, con una sfrontatezza che gli viene infinitamente naturale. 

- E' la vita che ci sta uccidendo tutti.
- Noi altri non le diamo una mano.
- E' più facile farsi trascinare dalla corrente. Dovresti provare, ogni tanto.
- Non mi lascerò trascinare nell'ennesima discussione sofistica sul destino e la condizione di dolore innata all'essere umano.
- Farò in modo che al mio funerale si parli solo per assoluti positivistici.
- Potresti essere serio?
- I'm deadly serious.

Sorride compiaciuto dell'arguzia linguistica. Ha occhi annebbiati e spenti.

- Sarebbe più difficile lasciarti se non fossi esattamente così stronzo anche da sobrio.
- Che ne sai di come sono da sobrio?
- Me lo ricordo.
- Non ero sobrio neanche prima. Quasi mai. Ero solo molto più abile a nasconderlo.
- Hai perso lo smalto, allora.
- Ho perso interesse, miss Jones. Passo settimane su navi che puzzano di sterco per andare a fare campagna post unificazione su pianeti che puzzano di sterco a loro volta.
- Se lo volessi davvero potresti tornare nei quadri 'versalisti. Ti pagherebbero cinquemila dollari a conferenza. Pan ne fa anche dieci, mi hanno detto.
- Se è questo il problema...
- Non è questo il problema.

Lui storce le labbra, le piega di lato seguendo la direzione del capo. Le rughe attorno agli occhi gli scavano sul volto l'implacabile pignoleria.

- Eccetto che lo è, non è così? Andava bene finché ti permetteva di vantarti del self-made man sorto dalla polvere e col mondo in pugno. Avanti, Paul, racconta la storia di quanto eri povero.
- Sei ingiusto.
- Un prezioso animale esotico per la collezione del clan Jones. 
- Non così prezioso, da quando non riesce a passare un'ora intera senza sparire per farsi un cicchetto.
- Deve essere per questo che tua madre non mi ha invitato per l'Exodus Day: non ero più buono all'esposizione.
- No, Paul, è vero: non lo eri, non lo sei, e da molto. I tuoi genitori mi chiamano una volta a settimana perché sanno che non ti curi, che continui a bere. Mi chiedono se prendi le medicine per il cuore, se ti porti dietro il Lifecare quando vai nel Border.
- Deve essere estenuante.
- Ma io non sono la tua infermiera, Paul. Hai quasi quarant'anni e l'unica direzione che ha la tua vita è quella verso la tomba.
- La vita di tutti procede verso la tomba.
- Hai capito benissimo cosa intendo.
- Bù Ai-mi, wǒ bù míngbái. Actually, everything you say makes absolutely no sense.
- Lěngjìng xiàlái.
- C'è un altro?
- Adesso sfiori il ridicolo.
- E deve essere terribile, per te, interloquire con una persona non perfettamente composta.
- Sai che non è quello il problema.
- Invece suppongo sia quello il problema: assomiglio poco ai tuoi colleghi con i pali su per il--
- Addio, Paul.

Lei si alza, striscia il polso sul bordo del tavolo, dove una fotocellula ne cattura il chip IdN e scala il costo della cena da uno dei suoi tre conti in banca. Lui rimane seduto al tavolo, accigliato. Chiama il cameriere con un gesto. "Un altro scotch, per cortesia".