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15.8.13

leave your ambition at the table



Gennaio 2515, New London

- Puoi rimetterti in piedi, per favore?
- Non è esattamente la risposta in cui speravo.
- Paul, per cortesia: ci osservano tutti.
- Lo so, appunto: non ti senti obbligata a non deluderli?
- Paul.

Paul sospira rassegnato e torna a sedersi al suo posto. Richiude la scatolina di velluto blu e la poggia al centro del tavolo, proprio accanto alla romantica holo-candela che il cameriere ha acceso per loro non appena si sono seduti.

- Avresti seriamente preferito che te lo infilassi nello champagne?
- Cliché per cliché.
- Continuano a fissarci tutti.
- Lo vedo.
- E non vuoi proprio dire di sì?
- Hai sentito quello che ho detto fino ad ora? 
- Che sei in un momento particolare della tua vita, che devi concentrarti sul lavoro, che non vedi dove la relazione possa andare a finire...
- E dopo tutto questo hai pensato fosse il momento giusto per inginocchiarti e chiedermi di sposarti?
- Ormai avevo l'anello.

Tamburella le dita sul tavolo, distratto. Quando finalmente riesce ad intercettare un cameriere con gli occhi liquidi, sorride da dietro il velo di barba e chiede un altro scotch, per cortesia.

- Potresti limitare l'alcol, almeno adesso.
- Pensavo mi stessi lasciando proprio per l'alcol.
- E' così.
- Confermi che non avrebbe senso smettere proprio adesso.

Amy ha occhi bruni e carnagione pallida. Si tinge i capelli di un biondo che sembra naturale, così come sembra naturalmente una venticinquenne, sebbene di anni ne abbia trentatré. Ha uno splendido sari rosso e avorio che è anche il preferito di Paul.

- Cosa vuoi da me, Banlù? Can't blame me for trying.
- Che non riprendessi a bere il giorno dopo essere uscito dalla clinica, innanzi tutto. Ogni volta.
- Non smetto mai: ho scoperto dove gli infermieri tengono i loro vini scadenti.
- Ti sta uccidendo e non ho intenzione di rimanere a guardare.

Lo scotch arriva. Paul sorride amabilmente al cameriere e porta il bicchiere alle labbra sotto lo sguardo severo di lei, con una sfrontatezza che gli viene infinitamente naturale. 

- E' la vita che ci sta uccidendo tutti.
- Noi altri non le diamo una mano.
- E' più facile farsi trascinare dalla corrente. Dovresti provare, ogni tanto.
- Non mi lascerò trascinare nell'ennesima discussione sofistica sul destino e la condizione di dolore innata all'essere umano.
- Farò in modo che al mio funerale si parli solo per assoluti positivistici.
- Potresti essere serio?
- I'm deadly serious.

Sorride compiaciuto dell'arguzia linguistica. Ha occhi annebbiati e spenti.

- Sarebbe più difficile lasciarti se non fossi esattamente così stronzo anche da sobrio.
- Che ne sai di come sono da sobrio?
- Me lo ricordo.
- Non ero sobrio neanche prima. Quasi mai. Ero solo molto più abile a nasconderlo.
- Hai perso lo smalto, allora.
- Ho perso interesse, miss Jones. Passo settimane su navi che puzzano di sterco per andare a fare campagna post unificazione su pianeti che puzzano di sterco a loro volta.
- Se lo volessi davvero potresti tornare nei quadri 'versalisti. Ti pagherebbero cinquemila dollari a conferenza. Pan ne fa anche dieci, mi hanno detto.
- Se è questo il problema...
- Non è questo il problema.

Lui storce le labbra, le piega di lato seguendo la direzione del capo. Le rughe attorno agli occhi gli scavano sul volto l'implacabile pignoleria.

- Eccetto che lo è, non è così? Andava bene finché ti permetteva di vantarti del self-made man sorto dalla polvere e col mondo in pugno. Avanti, Paul, racconta la storia di quanto eri povero.
- Sei ingiusto.
- Un prezioso animale esotico per la collezione del clan Jones. 
- Non così prezioso, da quando non riesce a passare un'ora intera senza sparire per farsi un cicchetto.
- Deve essere per questo che tua madre non mi ha invitato per l'Exodus Day: non ero più buono all'esposizione.
- No, Paul, è vero: non lo eri, non lo sei, e da molto. I tuoi genitori mi chiamano una volta a settimana perché sanno che non ti curi, che continui a bere. Mi chiedono se prendi le medicine per il cuore, se ti porti dietro il Lifecare quando vai nel Border.
- Deve essere estenuante.
- Ma io non sono la tua infermiera, Paul. Hai quasi quarant'anni e l'unica direzione che ha la tua vita è quella verso la tomba.
- La vita di tutti procede verso la tomba.
- Hai capito benissimo cosa intendo.
- Bù Ai-mi, wǒ bù míngbái. Actually, everything you say makes absolutely no sense.
- Lěngjìng xiàlái.
- C'è un altro?
- Adesso sfiori il ridicolo.
- E deve essere terribile, per te, interloquire con una persona non perfettamente composta.
- Sai che non è quello il problema.
- Invece suppongo sia quello il problema: assomiglio poco ai tuoi colleghi con i pali su per il--
- Addio, Paul.

Lei si alza, striscia il polso sul bordo del tavolo, dove una fotocellula ne cattura il chip IdN e scala il costo della cena da uno dei suoi tre conti in banca. Lui rimane seduto al tavolo, accigliato. Chiama il cameriere con un gesto. "Un altro scotch, per cortesia".